Bodo/Glimt: la squadra oltre il Circolo Polare che sfida il calcio moderno

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Dalle tecniche militari alla filosofia rivoluzionaria: il club norvegese che ha conquistato l’Europa

Una favola sportiva scritta tra i ghiacci artici. “Sarebbe sbagliato non chiamarla una favola, perché lo è davvero”, afferma con semplicità Frode Thomassen, amministratore delegato del Bodo/Glimt alla vigilia della semifinale di Europa League contro il Tottenham. Un confronto che incarna perfettamente la metafora di Davide contro Golia: da un lato una città di appena 55.000 abitanti, dall’altro un colosso del calcio inglese.

Il contrasto è evidente in ogni aspetto: giovedì i norvegesi giocheranno al London Stadium, un impianto capace di contenere l’intera popolazione della loro città con migliaia di posti di avanzo. Il ritorno, invece, si disputerà nell’Aspmyra Stadion, collocato a 225 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, dove le previsioni per l’8 maggio indicano una temperatura minima di appena 2 gradi.

La costruzione metodica di un sogno europeo

Un progetto partito da lontano. Il percorso europeo del club norvegese – costellato di vittorie prestigiose contro FC Twente, Olympiakos e il successo ai rigori sulla Lazio – rappresenta l’apice di un progetto avviato con determinazione nel 2016. “Tra settant’anni ricorderanno ancora quella notte a Roma”, sottolinea Thomassen, evidenziando come questi risultati non siano frutto del caso ma di una visione strategica.

Con un fatturato di appena 30 milioni di euro, il Bodo/Glimt sfida senza timori reverenziali il Tottenham, che può contare su entrate per 707 milioni. “Fortunatamente non si gioca in base ai conti in banca”, commenta con saggia ironia il dirigente norvegese.

La rivoluzione mentale del pilota da caccia

Quando l’esperienza militare trasforma un club calcistico. La svolta decisiva nella storia recente del Bodo/Glimt è avvenuta dopo la retrocessione del 2016, quando la società ha ingaggiato Bjorn Mannsverk, ex pilota militare con esperienze di combattimento in Afghanistan e Libia. Il suo compito? Curare quello che veniva definito il “collasso mentale” della squadra.

Applicando tecniche mutuate dall’addestramento militare, Mannsverk ha introdotto una filosofia basata sulla crescita costante: “Possiamo vincere ed essere delusi, o perdere e sentirci soddisfatti. L’essenziale è migliorare”. Un approccio che ha prodotto quattro titoli nazionali (2020, 2021, 2023, 2024) e vittorie storiche come il clamoroso 6-1 inflitto alla Roma di Mourinho.

“Non è un miracolo, ma lavoro duro e mentalità”, precisa l’ex aviatore, che ha trasformato un club periferico in una macchina vincente.

I principi rivoluzionari del modello Bodo

Tecniche dall’aeronautica al rettangolo verde. Il metodo Mannsverk si fonda su principi inconsueti per il mondo del calcio: otto capitani a rotazione garantiscono una leadership diffusa senza gerarchie rigide; dopo ogni gol subito, i giocatori formano immediatamente un “cerchio magico” per analizzare collegialmente l’errore e ristabilire l’unità di squadra.

La filosofia esclude obiettivi numerici predefiniti, concentrandosi invece sul miglioramento costante della performance individuale e collettiva. “Quando le mie bombe colpivano in Libia, il training mi diceva: ‘Riconosci l’emozione, ma continua la missione’ – rivela Mannsverk – Lo stesso vale per i miei giocatori”.

I risultati di questo approccio sono tangibili nella mentalità della squadra: “Quando quest’anno abbiamo battuto la Lazio, nessuno si è sorpreso. Sapevamo di potercela fare”, racconta il centrocampista Ulrik Saltnes, che grazie a Mannsverk ha superato gravi problemi d’ansia.

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La fortezza artica e il futuro

Un’esperienza calcistica fuori dal tempo. Gli Spurs, abituati ai moderni stadi della Premier League, troveranno a Bodo un campo sintetico da 8.270 posti, distante appena 400 metri dall’aeroporto e circondato da montagne innevate. “Quando il Tottenham arriverà qui, vivrà un’esperienza fuori dal tempo”, osserva Thomassen. Le condizioni meteorologiche dell’Artico potrebbero riservare sorprese: prima del match con la Lazio è stato necessario rimuovere la neve dal terreno, con il rischio concreto di rinvio a causa di una tormenta.

Guardando al futuro, il club – riconosciuto come il più sostenibile d’Europa – investirà i proventi europei nella costruzione di un nuovo impianto da 10.000 posti entro il 2027. Ma la filosofia resterà immutata: “Siamo underdog, ma la finale è un obiettivo concreto”, affermano con la serena determinazione di chi sa di aver già riscritto la propria storia.