Il rapporto scuola-smartphone è molto difficile, tanto che in Francia stanno vagliando l’ipotesi di proibirne l’uso per i tanti fatti di uso negativo cui è stato correlato. Eppure, in qualche modo, potrebbe risultare anche utile e di questo ne è convinta la Commissione di esperti che in Italia sta tracciando le linee guida sull’uso dello smartphone in classe.
D’altro canto la scuola tecnologica è già in cammino da un po’, basta pensare a LIM, computer, tablet, perché, allora, non dare libero accesso anche agli smartphone? A far la differenza di un buon insegnamento resterebbe sempre il fattore umano e il cellulare dovrebbe essere solo un mezzo qualsiasi per aggiungere conoscenza, ma siamo sicuri che potrebbe essere così?
Secondo alcuni insegnati il device si potrebbe utilizzare per registrare le lezioni, per fare riprese come se fosse una macchina da presa, tramite le app può diventare un laboratorio di scrittura o scrittura. Sicuramente, grazie alle migliaia di app, lo smartphone può diventare utile per molte cose ma chi è in grado, in una classe di oltre trenta alunni, di controllare che venga sempre ed esclusivamente utilizzato a fini didattici e non per altro? Chi può garantire la così tanto amata privacy di un’intera scolaresca? Le problematiche legate allo smartphone sono diverse, sia che si tratti di una scuola primaria, sia che si tratti di un corso superiore. Spesso è fonte di distrazione e non si può pensare che tutti gli alunni seguirebbero scrupolosamente le regole che gli vengono dettate. Purtroppo di danni fatti da riprese “sbagliate” ce ne sono già stati tanti e l’utilizzo smodato che si fa oggi di questo mezzo potrebbe diventare più controproducente, nell’ambito della scuola, che utile, in particolare per quel che riguarda il rispetto per “l’altro”. Tutti gli altri apparecchi tecnologici che sono entrati nelle scuole, non hanno mai vissuto un rapporto di “dipendenza” come lo smartphone, quindi non si può valutare l’impatto del cellulare fino a quando qualcuno non provvederà a testarlo nelle aule.