Tanto immortale da andarsene via troppo presto a causa di problemi epatici il 25 novembre del 2005, a soli 59 anni e alla finedi un vero e proprio calvario, figlio di abusi e sregolatezza. Ma c’era anche tanto genio in George Best, tanto genio che iniziò a dare i suo segnali nel 1968 a Wembley, il 29 maggio durante un match con il Benfica imbattibile di Eusebio e con un goal, stupendo, nei tempi supplementari consegna ai red devils la coppa dei Campioni, prima di lasciare spazio 30 anni dopo alla Champions League, disponibile su www.infobookmakers.it/betstars-2. Quello è per tanti l’inizio della leggenda, dentro al campo, di George Best – The Best, tra i più grandi calciatori di sempre, pallone d’oro proprio in quell’anno. Best è best anche fuori dal campo: la ricchezza, la notorietà, i riflettori, la smania del pubblico femminile di possederlo, sedurlo, di quello che per gloria e fama diventerà il “quinto Beatle”. Ma fortissimo, soprattutto fortissimo in un modo impensabile a quei tempi, un genio in tutto e per tutto, un talento unico, inarrivabile che però avrebbe dovuto fare presto i conti con i propri demoni personali. Quei trionfi segnarono infatti l’apice e l’inizio del declino di Best, dell’atleta come dell’uomo, risucchiato troppo presto nella spirale dell’alcolismo e di una spropositata celebrità.
Hamilton lo racconta nel suo “Immortale”
Basandosi su materiali d’archivio mai utilizzati prima, Duncan Hamilton, in questo stupendo George Best, l’immortale (66thand2.com Editrice, 498 pp, euro 25,00) ripercorre la parabola tragica del campione britannico, dall’infanzia nei sobborghi di Belfast alle imprese con la maglia del Manchester United allenata dal mitico Busby, fino alla sua prematura scomparsa, raccontando il modo in cui un ragazzino irlandese divenne in poche stagioni il calciatore più forte al mondo. Il libro è impreziosito da una ricchissima bibliografia e da fotografie storiche che riguardano la vita, il successo e il declino di Best, con tutte le foto delle partite disputate con le maglie di Manchester United, con la maglia della nazionale dell’Irlanda del Nord e degli altri club in cui ha militato a suon di goal e giocate inarrivabili. “Ho speso molti soldi per alcol, donne e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato” affermò una volta George Best. Una vita fatta di eccessi, sregolatezza e follie. Ma con la consapevolezza di essere stato uno dei calciatori più forti di tutti i tempi. Hamilton lo ricorderà in un insieme di “visione inedita” che confronta uomo e mito. Un volume che gli amanti del calcio e del Best devono leggere prima o poi nella vita.