PSG O ARSENAL? CHI SARÀ L’AVVERSARIO DELL’INTER NELLA FINALE DI MONACO

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Analisi dei possibili rivali nerazzurri: tra la giovane corazzata di Luis Enrique e i Gunners in cerca di gloria

Due strade per Wembley, ma solo una porterà alla finale. Mentre il Paris Saint-Germain e l’Arsenal si contendono l’ultimo atto della Champions League, il mondo interista osserva con attenzione, cercando di capire quale sarebbe l’avversario preferibile per la squadra di Inzaghi nell’appuntamento di Monaco. L’impressione generale è che i francesi rappresentino l’ostacolo più impegnativo, ma dopo aver eliminato Bayern Monaco e Barcellona, i nerazzurri hanno guadagnato il diritto di non temere nessuno.

PSG: gioventù e talento sotto la guida di Luis Enrique

La squadra parigina ha cambiato pelle. Dopo anni di stelle galattiche e 2,2 miliardi spesi sul mercato, il club qatariota ha virato verso un progetto più sostenibile, basato su giovani talenti guidati dalla mano esperta di Luis Enrique. L’età media della rosa – 24 anni e 110 giorni – è la più bassa dell’intera Champions, un dato che racconta della freschezza atletica ma anche della possibile inesperienza nei momenti decisivi.

Il tecnico spagnolo, già vincitore della Champions nel 2015 con il Barcellona, sta plasmando un gruppo affamato, in cui l’esperienza di Marquinhos, Hakimi e Donnarumma bilancia l’esuberanza di Joao Neves, Doué e Barcola. Un mix potenzialmente esplosivo che ha già conquistato la Ligue 1 e che punta al triplete, con la finale di coppa nazionale in programma il 24 maggio.

Ma la difesa parigina ha mostrato qualche crepa: 14 gol subiti in 15 partite di Champions, con 52 tiri in porta concessi agli avversari. Le prodezze di Donnarumma contro Liverpool, Aston Villa e Arsenal hanno mascherato fragilità che Inzaghi potrebbe sfruttare. Particolarmente indicativi i match con Birmingham (sconfitta 3-2 dopo il 3-1 dell’andata) e la vittoria risicata ad Anfield prima dei rigori.

Arsenal: la fame di chi insegue un sogno da 18 anni

I Gunners cercano una finale che manca dal 2006, quando persero contro il Barcellona nell’unico atto conclusivo della loro storia in Champions. La ricostruzione firmata Arteta ha riportato l’Arsenal ai vertici, ma l’etichetta di “non vincenti” continua a pesare: in Premier hanno perso 21 punti dopo essere passati in vantaggio, chiudendo per il terzo anno consecutivo al secondo posto.

Il percorso europeo racconta però un’altra storia: l’eliminazione del Real Madrid campione in carica, con tanto di vittoria al Bernabeu, ha dimostrato che questa squadra sa vincere anche le battaglie più difficili. I numeri parlano chiaro: 30 gol segnati in 13 partite (8 in più dell’Inter) e appena 8 reti subite, primato condiviso proprio con i nerazzurri.

Gli infortuni hanno complicato i piani di Arteta, soprattutto in attacco con i problemi di Gabriel Jesus e Havertz. La soluzione Merino, centrocampista reinventato attaccante con 6 gol all’attivo, potrebbe essere la variabile tattica per sorprendere anche l’Inter. Ma la coppia centrale difensiva Saliba-Kiwior, costretta dagli stop di Gabriel e Calafiori, rappresenta potenzialmente il punto debole della formazione londinese.

L’Inter: autostima e voglia di rivincita

Dopo il cammino compiuto, eliminando corazzate come Bayern Monaco e Barcellona, l’Inter arriva all’appuntamento con un’autostima alle stelle. La finale persa due anni fa contro il Manchester City “è rimasta dentro”, come ha ammesso lo stesso Inzaghi, e questa può essere l’occasione per chiudere il cerchio.

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A differenza di PSG e Arsenal, l’Inter ha il vantaggio psicologico di aver già disputato una finale recente. La memoria di Istanbul 2023, seppur dolorosa, potrebbe rivelarsi preziosa nell’approccio alla partita più importante della stagione. Inzaghi studierà nei minimi dettagli pregi e difetti dell’avversario, consapevole che dopo le imprese compiute nulla è impossibile.

Il pronostico: chi fa più paura?

Con tutta sincerità, molti tifosi interisti questa sera tiferanno Arsenal. Il PSG, con la sua qualità tecnica diffusa e l’esperienza europea in accumulo, rappresenta sulla carta l’ostacolo più impegnativo. Ma il calcio non si gioca sulla carta, e questo l’Inter lo ha dimostrato ampiamente nel suo cammino europeo.

Se il PSG dovesse qualificarsi, significherebbe aver compiuto un’impresa al Parco dei Principi rimontando il risultato dell’andata. Non sarebbe un avversario da sottovalutare, ma nemmeno da temere oltre misura. Se invece passasse l’Arsenal, i nerazzurri troverebbero una squadra talentuosa ma con meno esperienza nelle grandi occasioni e qualche fragilità caratteriale.

In entrambi i casi, l’appuntamento di Monaco si preannuncia equilibrato e affascinante, con un’Inter determinata a non lasciare nulla di intentato per riportare la Champions League in Italia dopo 14 anni.

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